venerdì 16 novembre 2007

DISCARICHE IN CAMPANIA: E’ UNA QUESTIONE POLITICA E DI PARTITO! MOVIMENTI E COMITATI SONO UNA RISPOSTA RIDUTTIVA E NON RISOLUTIVA!

Da parte di taluni c’è la presunzione che il partito non serva più alle masse per liberarsi dall’arroganza, dalla prepotenza e dalla repressione del potere politico e statale borghese e capitalistico, oltre che dallo sfruttamento del proprio lavoro; costoro hanno una visione molto limitata e offuscata dell’esperienza storica della lotta dei popoli, della lotta di classe del proletariato, della dottrina comunista e della lotta che, per risultare vincente, dev’essere necessariamente organizzata e guidata dal Partito di classe e rivoluzionario della classe lavoratrice operaia e intellettiva; essi non riescono neppure a distinguere la profonda diversità teorica, ideologica e politica esistente tra i partiti, la differenza che passa tra i partiti della classe borghese e quelli della classe lavoratrice, la distinzione tra i coerenti partiti comunisti, cioè marxisti-leninisti, e quelli revisionisti e opportunisti, ovvero falsamente comunisti, che sono, purtroppo, espressione dello stesso mondo del lavoro; questi signori esaltano, per un convincimento sbagliato, per una visione egoistica, personalistica, opportunistica ed esibizionistica della lotta politica, i movimenti e i comitati come forza organizzatrice e vittoriosa dei conflitti sociali da parte dei cittadini.
Naturalmente si tratta di movimenti e comitati interclassisti, dove c’è di tutto: borghesi e proletari, sfruttatori e sfruttati, arrivisti e carrieristi, falsi comunisti e anticomunisti, sostenitori del potere e del sistema di sfruttamento padronale, eccetera. E’ l’esaltazione e l’affermazione del movimentismo - che già fu del ’68 (1968) e oltre e che a livello di gruppi promotori e dirigenti è miserabilmente finito nelle braccia e nei salotti buoni della borghesia culturale e istituzionale, con buone occasioni di guadagno, di vita agiata e di servilismo culturale e politico alla classe sfruttatrice - del qualunquismo, del confusionismo culturale, ideale e politico, del populismo, dello spontaneismo, dell’anarchismo, insomma un miscuglio di idee e di propositi che servono solo alla continuità dell’odierno sistema sociale dominante con tutti i mali sociali che produce. Il movimentismo non è e non può essere mai di classe, distintivo, comunista, anzi in esso l’anticomunismo è latente quando non è apertamente dichiarato e praticato, non è chiaramente anticapitalistico né antimperialistico e si muove dentro il recinto della società capitalistica dominante e opprimente; esso è tutto e la negazione di tutto e proprio per questo non mette eccessiva paura e preoccupazione al potere, perché si può sbaragliare con la forza dello Stato-padrone senza lasciare traccia ideale e politica, proprio com’è finito il ’68 e altre esperienze del genere.
I fautori del movimentismo, che attaccano e si oppongono opportunisticamente all’organizzazione dei partiti – di tutti i partiti, compreso quelli comunisti che conducono la lotta di classe per conquistare il potere politico alla classe lavoratrice e per costruire la società socialista - affermano di voler costruire “la democrazia” dal basso, un nuovo blocco di potere sociale basato sulla partecipazione di tutti i cittadini ignorando volutamente e opportunisticamente che la società capitalistica è suddivisa in classi e solo con la lotta di classe è possibile sconfiggere quella borghese e conquistare il potere politico e sociale a quella lavoratrice, che da millenni viene sfruttata e schiavizzata dal dominio padronale. Con la moltitudine indistinta questi illusori e ingannatori organizzatori della “lotta popolare” puntano ad ottenere un risultato positivo su determinati problemi sociali ignorando il problema collettivo centrale per le masse lavoratrici: la sconfitta del sistema capitalistico per mettere fine alla sofferenza esistenziale.
Questi semplici aizzatori della protesta popolare - seppure su questioni di grande interesse sociale, che però non mettono in discussione il sistema e il potere vigenti che sono la causa e la conseguenza tragica del malessere popolare - trovano terreno fertile nelle masse non ideologizzate, non politicizzate, prive di una coscienza di classe e di un concreto impegno di liberazione sociale. Sono masse, o gruppi consistenti di cittadini, mal formate politicamente e male organizzate e dirette dai promotori dei movimenti e che proprio per questo spesso devono pure sopportare dure sconfitte e conseguenze repressive e giudiziarie. Con l’organizzazione e la lotta movimentistica e populistica si può anche vincere qualche volta, ma si perde sempre in termini di sconfitta del sistema capitalistico e di conquista del potere politico dei lavoratori. Tutti i mali sociali della classe lavoratrice e delle masse popolari nella società capitalistica dipendono solo ed esclusivamente dalla natura dello stesso sistema di sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Solo il Partito Comunista di classe e rivoluzionario, ovvero marxista-leninista, mette paura al sistema capitalistico, che trema dinanzi alla lotta di classe guidata dal grande Partito che si ispira agli insegnamenti della lotta di classe di Marx, Engels, Lenin e Stalin.
L’errore strategico fondamentale dei promotori dei movimenti e dei comitati popolari contro le discariche dei rifiuti e la costruzione dei termovalorizzatori, o bruciatori, in Campania, compreso la battaglia contro l’apertura di una discarica a Chiaiano – una lotta in sé giusta che noi condividiamo appieno – è quello di aver assunto un atteggiamento antipartitico di principio, di avere avuto la presunzione di potersi sostituire a un vero e coerente Partito della rivoluzione socialista e del socialismo, di aver condannato e isolato indistintamente tutti i partiti e di aver negato che possa esistere un partito totalmente diverso, qual’è il PCIML, che per ideologia, cultura, programma politico e impegno di lotta difende veramente gli interessi di classe presenti e futuri del proletariato italiano.
Il PCIML è totalmente diverso da tutti gli altri partiti esistenti in Italia, da quelli di centrodestra a quelli di centrosinistra e della sinistra revisionista, opportunista, trotskista e falsamente comunista - come lo sono i partiti della Rifondazione, dei Comunisti Italiani, Comunista dei Lavoratori e della Sinistra Critica, che in quanto tali usurpano il glorioso simbolo della falce e del martello -, tutti responsabili istituzionali, di sistema o di strategia politica della tragedia dei rifiuti in Campania e della sciagurata sopravvivenza dell’odierno e infame sistema sociale. Nel corso dell’esistenza dell’umanità il Partito Comunista Rivoluzionario del proletariato dei singoli paesi della Terra, cioè il Partito di stampo marxista-leninista concepito e creato per la prima volta nella storia da Lenin e Stalin in Russia all’inizio del secolo scorso, si è rivelato l’unico strumento organizzativo veramente partecipativo, democratico e vincitore sul nemico di classe, ossia sul capitalismo, che, assieme alla sua espansione imperialistica, rimane la causa di ogni male sociale dell’esistenza dell’uomo sull’intero Pianeta.
Il Partito Comunista bolscevico, il primo partito marxista-leninista della storia, condusse, per la prima volta dall’esistenza dell’umanità e dopo la tragica repressione nel sangue della esaltante Comune di Parigi nel 1871, alla vittoria la grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, conquistò il potere politico alla classe lavoratrice russa, liberò i popoli della Russia dallo sfruttamento del lavoro e dalla schiavitù padronale e sociale, costruì l’Unione Sovietica dei popoli liberi e protagonisti della propria esistenza e del loro avvenire, diede il maggior contributo e pagò il prezzo più alto in vite umane e distruzione di città, paesi e villaggi nella sconfitta del nazifascismo in Europa, contribuì al progresso economico e sociale del proletariato di tutti i paesi e garantì la pace nel mondo per oltre un quarantennio. Solo un simile tipo di organizzazione e di Partito può organizzare e guidare le masse lavoratrici alla liberazione dall’oppressione della classe padronale, non v’è altra alternativa credibile. Inoltre, un simile Partito è garanzia del massimo esercizio della democrazia interna e verso le masse organizzate e guidate, perché è fondato sul centralismo democratico, o meglio sul concorso di tutti all’analisi della situazione, alla discussione e alle decisioni operative, attraverso il meccanismo della circolazione delle idee, delle proposte e della definizione delle decisioni così definito: “dai gruppi dirigenti alla base e viceversa”.
Il movimentismo promuove e spinge le masse spoliticizzate e non ideologizzate al qualunquismo, nel caso specifico pure all’astensionismo elettorale anche quando è presente nella competizione elettorale borghese il Partito Comunista Rivoluzionario marxista-leninista, ovvero l’unico Partito della classe lavoratrice. Questo è tristemente avvenuto in Campania il 13 e 14 aprile scorso, quando - presente nella campagna elettorale il PCIML nel collegio senatoriale regionale, certamente non per andare a occupare poltrone né, in modo particolare, per andare a gestire il sistema capitalistico che deve abbattere per costruire la società socialista, ma unicamente per portare la lotta di classe per il socialismo, i bisogni e le rivendicazioni quotidiani delle masse lavoratrici e popolari anche nel centro del potere nemico allo scopo di battersi pure da quella posizione per migliorare sin da subito le condizioni di vita giornaliera dei lavoratori e di tutti i cittadini, naturalmente tutto ciò all’interno della battaglia più generale di conquista del socialismo in Italia – i movimenti hanno propagandato l’astensionismo ingannando e deviando gli elettori.
Oggi il PCIML - il quale qui riafferma che il potere politico alla classe lavoratrice non si conquista con le elezioni borghesi ma solamente con la rivoluzione socialista – se fosse presente nell’aula del Senato e alla guida delle popolazioni contro le discariche e i bruciatori in Campania farebbe molto più paura allo Stato-padrone e alle sue forze repressive che la lotta dei movimenti. Comunque, vogliamo esprimere anche in questa circostanza piena solidarietà e sostegno politico e di classe alla coraggiosa lotta delle popolazioni campane che stanno conducendo contro le discariche e i bruciatori che inquinano paurosamente il territorio, mettono a rischio la salute dei cittadini e distruggono beni che potrebbero essere riutilizzati tramite la raccolta differenziata.
Cari cittadini campani, non è con l’astensionismo di principio, generalizzato e strategico, con l’inveire contro tutto e tutti, col non saper individuare il proprio vero partito politico che si possono risolvere i problemi della vita quotidiana o vincere le giuste battaglie sociali, ma ciò può avvenire solamente acquisendo una coscienza di classe, sapendo individuare il proprio partito di classe e rivoluzionario e avvicinarsi ad esso, militando e combattendo con questo tipo di partito, che nell’era presente nel nostro paese si chiama PCIML. E’ giusto astenersi solo quando il PCIML non ha avuto la possibilità economica e organizzativa di candidarsi, ma anche qui le masse lavoratrici e popolari devono impegnarsi affinchè nelle competizioni elettorali borghesi possano essere sempre presenti le liste del proprio Partito per votarle e farle votare.
Ma non è mai troppo tardi per una vera presa di coscienza da parte dei lavoratori e degli intellettuali d’avanguardia, per isolare chi è contro tutti i partiti e predica il movimentismo e l’astensionismo “sempre” come soluzione dei problemi delle masse lavoratrici e popolari, per scegliere di avvicinarsi, di militare e di combattere col PCIML per risolvere i problemi di oggi e per costruire la prospettiva del socialismo nel nostro paese.
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VIVA LA LOTTA DI CLASSE DEI LAVORATORI, VIVA LA LOTTA PER IL SOCIALISMO, VIVA IL P.C.I.M-L.!

Napoli, 2 giugno 2008.

La Segreteria del P.C.I.M-L.