sabato 17 novembre 2007

DAL GLORIOSO OTTOBRE 1917 ALLA PROSSIMA RIVOLUZIONE SOCIALISTA!


PUBBLICHIAMO LA RELAZIONE INTRODUTTIVA TENUTA DAL COMPAGNO DOMENICO SAVIO, SEGRETARIO GENERALE DEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO MERXISTA-LENINISTA, DOMENICA 11 NOVEMBRE 2007 A NAPOLI ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE ORGANIZZATA DAL PARTITO IN OCCASIONE DELLA RICORRENZA DEL 90° ANNIVERSARIO DELLA GRANDE, GLORIOSA, VITTORIOSA E IMPERITURA RIVOLUZIONE SOCIALISTA D’OTTOBRE.
“Per la prima volta nella storia dell’umanità la classe dei salariati, la classe dei perseguitati, la classe degli oppressi e degli sfruttati è assurta alla situazione di classe dominante, stimolando col suo esempio i proletari di tutti i paesi.
E’ incominciata l’era del crollo del capitalismo.
E’ impossibile finirla col capitalismo, senza aver posto fine al socialdemocratismo nel movimento operaio”.
Giuseppe Stalin
Compagne, compagni, lavoratori tutti del braccio e della mente,
benvenuti a questa manifestazione nazionale indetta dal Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista per ricordare coerentemente e degnamente, cioè con fedeltà assoluta verso i principi e l’esperienza rivoluzionaria storica del marxismo-leninismo, il 90° anniversario della gloriosa Rivoluzione Socialista d’Ottobre. Lo facciamo affermando gli stessi principi, la stessa speranza e la stessa prospettiva che furono alla base di quel grandioso evento epocale che cambiò profondamente il corso della storia dell’Umanità. Ciò avveniva dopo secoli di storia schiavistica per i lavoratori e le masse popolari, dopo la repressione nel sangue della breve ma sommamente eroica e gloriosa Comune di Parigi nel 1871 e della Rivoluzione del 1905 in Russia. Per la prima volta nella storia il proletariato sancì la vittoria della sua Rivoluzione Socialista e avviò la trasformazione della società umana, cioè il passaggio del potere politico ed economico dalla classe padronale sfruttatrice alla classe lavoratrice sfruttata. Questa permane l’epoca dell’imperialismo e delle rivoluzioni proletarie e presto una nuova Rivoluzione Socialista continuerà e completerà quell’opera grandiosa avviata dal Grande Ottobre con la costruzione della superiore società comunista. Compito primario di questa manifestazione è quello di affermare e di propugnare tutte le ragioni ideali, politiche e sociali che furono alla base della Rivoluzione d’Ottobre recuperandole alla situazione presente e facendone la piattaforma operativa per la prossima Rivoluzione Socialista in Italia, che è di estrema attualità e alla quale lavora il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista. Certo, la nuova conquista del potere da parte della classe lavoratrice non avverrà nei modi e nei tempi del 1917, ma uguali saranno i motivi ispiratori e la prospettiva storica di costruzione del socialismo nei singoli paesi e nel mondo intero, perché sopravvivono ancora le disumanità derivanti dall’esistenza delle classi sociali, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, le disuguaglianze sociali, le difficoltà esistenziali di miliardi di uomini e la distruzione del Pianeta da parte del capitalismo e della sua espansione imperialistica. E noi stamattina siamo qui per riaffermare con forza la volontà di proseguire con decisione il cammino verso la costruzione della società socialista e l’edificazione di quella comunista. E’ un’esigenza storica categorica per uscire dalla tragedia sociale dell’odierno sistema fondato sullo sfruttamento del lavoro, sulle aggressioni militari, sulle guerre e sull’assassinio di popoli interi, pur di sfruttare le risorse naturali di altri paesi e continenti della Terra: la feroce legge del profitto sta distruggendo il territorio dove siamo nati e cresciuti pregiudicandone tale possibilità alle future generazioni! Già circa 150 anni fa il compagno e scienziato Friedrich Engels ammoniva dicendo che o i comunisti avrebbero conquistato il potere politico per fermare la mano assassina e devastatrice del capitalismo oppure questo avrebbe distrutto il Pianeta e così sta avvenendo.
Per tanto, compagni, dobbiamo fare presto, perché oltre a liberare il nostro lavoro dallo sfruttamento abbiamo anche il dovere di salvare il Pianeta dalla morte per inquinamento e distruzioni ambientali.
Sono trascorsi 90 anni dalla gloriosa Rivoluzione d’Ottobre e siamo chiamati a riflettere sui motivi che hanno portato alla sconfitta, seppur temporanea, del socialismo realizzato nel ventesimo secolo e in modo
particolare nella Patria del Socialismo, cioè l’Unione Sovietica. Noi tutti sappiamo che con la conquista del potere politico, mediante l’insostituibile mezzo della Rivoluzione, le classi sociali e la cultura egoistica, opportunistica e conservatrice di tante persone non scompaiono automaticamente e “l’uomo nuovo” dell’era e della civiltà comunista non si forma dall’alba al tramonto, per cui la lotta di classe continua in tutta la fase di
costruzione della società socialista e sino all’edificazione di quella comunista, mentre la collettivizzazione di tutte le attività sociali deve avvenire nel minor tempo possibile dall’avvenuta vittoria della Rivoluzione e questo per non consentire alle forze sconfitte di riprendersi e tentare la riconquista del potere. Chi parla di “gradualità” nella costruzione della società socialista o di assecondare l’indole egoistica e conservatrice di talune categorie di cittadini in realtà pensa e ragiona condizionato dalla non ancora del tutto distrutta cultura borghese e finisce per favorire la politica dei partiti capitalistici del riformismo, del progressismo e del socialdemocratismo; ciò è in netta contrapposizione coi principi coerenti definiti da Marx, Engels, Lenin e Stalin e nel secolo scorso ha contribuito alla sconfitta del socialismo in Unione Sovietica e negli altri paesi. Attardarsi su tali posizioni sbagliate significa non aver recepito bene gli insegnamenti del marxismo-leninismo e non essere ancora in grado di prospettare alle masse lavoratrici la strada maestra da seguire nella lotta per il socialismo, cosa, al contrario, da doversi fare quotidianamente nelle lotte per il lavoro, la sopravvivenza e il diritto naturale ad un’esistenza dignitosa e psicologicamente tranquilla, anche per evitare stress e malattie varie invalidanti e mortali.
Deve preoccuparci la circostanza che il socialismo realizzato nel ventesimo secolo è stato sconfitto non tanto dal nemico di classe esterno del capitalismo, dell’imperialismo e del potere temporale delle Chiese che condiziona tante coscienze umane, quanto dalla sopravvivenza della cultura politica revisionistica, opportunistica ed economicistica che covava all’interno del Partito e dello Stato sovietico. Ancora una volta il nemico principale della costruzione del socialismo è stato il revisionismo, essenzialmente il trotskismo, che messo a tacere dal Partito Comunista bolscevico e da Stalin negli anni venti è riemerso con tutta la sua forza distruttrice del socialismo realizzato dopo la morte del grande Georgiano. Il problema è capire perché il revisionismo ha saputo mascherarsi, nascondersi per poi riemergere al momento opportuno e riconsegnare la società nelle mani sempre assassine e sanguinarie del capitalismo? Perché la lotta di classe dopo la Rivoluzione d’Ottobre e per circostanze varie forse non ha potuto scavare ed estirpare in profondità la sciagura del revisionismo, che dopo l’impegno di lotta teorica e filosofica profuso sull’importante questione da Marx, Engels, Lenin e Stalin rimane ancora il nemico maggiore e principale della costruzione del mondo socialista. Senza prima distruggere il revisionismo nelle fila del movimento operaio e comunista nazionale e internazionale oggi non è neppure possibile parlare di vittoria della Rivoluzione socialista, di conquista del potere politico da parte della classe lavoratrice e di costruzione della società socialista, dunque prioritaria rimane la lotta al revisionismo in tutte le sue varie forme con le quali si presenta all’opinione pubblica e cioè riformismo, sindacalismo, economicismo, movimentiamo, pacifismo, estremismo, rivoluzionarismo, anarchismo, elezionismo ed istituzionalismo borghese, trotskismo, ghevarismo, maoismo, castrismo, eccetera.
Noi vogliamo chiedere a tutti quei compagni leali “senza partito” e molto impegnati nei movimenti di lotta, come i no-global, i centri sociali e altri, ma voi questo brutale sistema sociale contro cui lottate volete abbatterlo o no - oppure il vostro obiettivo è solo quello di contestarlo per eliminarne alcune infamie ma senza rovesciarlo? – e se sì come pensate di farlo senza aderire e sostenere il Partito della Rivoluzione Socialista, cioè il P.C.I.L-M., continuando ad essere sistematicamente sconfitti? Senza il Partito della Rivoluzione Socialista non andrete da nessuna parte e ogni possibile risultato positivo che otterrete sarà sempre parziale e provvisorio, com’è puntualmente avvenuto negli ultimi 50 anni, ammenoché non vogliate di proposito favorire la sopravvivenza dell’ordine sociale che dite di contestare e in tal caso ingannando tutti quelli che, in modo particolare i giovani, questo sistema vogliono veramente combatterlo e distruggerlo. Comunque, prima o dopo, ma molto presto, ancora una volta la verità non sarà più eludibile e anche le masse popolari ne prenderanno coscienza!
Neppure la lotta armata individuale o gruppettaria che sia serve alla causa della Rivoluzione Socialista e del Socialismo e fa sempre il gioco politico e di potere del sistema capitalistico. L’Autorità e la guida della lotta di classe e della Rivoluzione Socialista rimane sempre e unicamente il Partito marxista-leninista della Rivoluzione Socialista e del Socialismo!
Attualmente in Italia l’espressione più evidente del revisionismo vecchio e nuovo è degnamente rappresentata dall’esistenza dei falsi partiti comunisti della Rifondazione e dei Comunisti Italiani e da altre organizzazioni al momento extraparlamentari, come il Partito Comunista dei Lavoratori e altri gruppi della cosiddetta sinistra di classe, di cui alcuni si definiscono pure e strumentalmente marxisti-leninisti aumentando, così, la confusione e lo smarrimento tra le masse lavoratrici. Tutto questo bubbone di revisionismo dev’essere isolato ed eliminato per riprendere il cammino verso il socialismo. E’ un compito non facile, ma non impossibile se partiamo dai sani principi e insegnamenti del marxismo-leninismo. Oggi in Italia, e lo affermiamo con provata modestia, l’unico partito coerentemente marxista-
leninista è il nostro glorioso Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, un Partito graniticamente ancorato al pensiero e l’opera dei nostri grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin e Stalin, ai principi del marxismo-leninismo e all’esperienza storica della Comune di Parigi, del Partito Comunista bolscevico, della gloriosa e imperitura Rivoluzione d’Ottobre, del Partito Comunista d’Italia e della Terza Internazionale Comunista, voluta e fondata da Lenin e Stalin per unire, organizzare e guidare il movimento comunista internazionale. Questa è la nostra base teorica, filosofica, politica, strategica e tattica dalla quale muoviamo per aggredire e combattere il revisionismo e per lavorare alla preparazione della Rivoluzione Socialista nel nostro paese e presto il proletariato italiano ci riconoscerà tale ruolo storico. Il P.C.I.M-L. è un Partito di natura stalinista e leninista, cioè diretto da quadri rivoluzionari di professione, basato sul centralismo democratico e sul principio della dipendenza dell’istanza inferiore da quella superiore, un Partito di classe e rivoluzionario fondato sull’esempio del Partito Comunista bolscevico, perché solo un Partito così strutturato può guidare vittoriosamente la classe lavoratrice alla Rivoluzione, al Socialismo e al Comunismo.
Vedete compagni, nei mesi passati siamo stati invitati da altre organizzazioni, da noi considerate non coerentemente marxiste-leniniste, a ricordare insieme il 90° anniversario della Rivoluzione Socialista d’Ottobre e qualcosa del genere potrebbe essere pure avvenuta in Italia. Noi abbiamo detto subito no, perché il confusionismo ideologico e politico non aiuta a imboccare la strada maestra per il Socialismo ed è fonte di future sconfitte, così com’è purtroppo avvenuto per il socialismo realizzato in passato. Viviamo in una fase storica in cui è essenziale agire con estrema coerenza e fedeltà assoluta ai principi rivoluzionari del marxismo-leninismo, ogni diverso comportamento danneggerebbe la crescita del nostro autentico Partito di classe e rivoluzionario, che ha bisogno di guadagnarsi la credibilità e la stima delle masse popolari per poterle guidare alla Rivoluzione Socialista e alla conquista del potere politico per mettere fine all’odierno, infame sistema sociale. E’ ora di dire basta alla confusione: riteniamo che sia più utile alla causa del socialismo una iniziativa più piccola e coerente coi principi e la strategia che una più grande ma inquinata di confusionismo ideologico e politico! Prima la qualità e poi la quantità per evitare il ripetersi di degenerazioni revisioniste e opportuniste! Tra l’altro non viviamo neppure in una fase rivoluzionaria, che, in un determinato momento, potrebbe avere la necessità di alleanze più ampie. La coscienza di classe delle masse lavoratrici può formarsi solo con la coerenza e la chiarezza delle posizioni. Meglio l’iniziativa di un ancora piccolo Partito Comunista marxista-leninista, qual’è il P.C.I.M-L., che una iniziativa più ampia priva di sicure delimitazioni marxiste-leniniste. L’unità delle forze che si richiamano al marxismo-leninismo per essere utile alla causa universale del comunismo può e deve avvenire solo al livello più alto della dottrina e della strategia dello stesso marxismo-leninismo, ogni altro percorso è destinato ad essere sconfitto e a non lasciare traccia alcuna nella storia rivoluzionaria del movimento comunista nazionale e internazionale. Per i marxisti-leninisti ricordare il 90° anniversario della Rivoluzione Socialista d’Ottobre attualizzandone i principi ispiratori e la prospettiva storica ha senso solamente se ciò viene fatto totalmente all’interno del pensiero e l’opera di Lenin e Stalin, che sono stati gli artefici della Rivoluzione e della costruzione del socialismo realizzato nel ventesimo secolo nel mondo, attenuare o ignorare questa verità in cambio della riuscita di una più vasta manifestazione significherebbe solo fare lo sporco gioco degli opportunisti e dei nemici del socialismo. L’iniziativa di stamattina del P.C.I.M.L. vuole innanzi tutto, dopo le ignobili deturpazioni operate dai revisionisti di tutti i tempi e delle varie specie, ridare dignità marxista-leninista, ovvero veramente e concretamente di classe e rivoluzionaria, alla Rivoluzione Socialista d’Ottobre e rendere un sentito omaggio ai Martiri della causa socialista nel mondo di ogni epoca.
Era l’alba radiosa del 7 novembre 1917 quando da Palazzo Smolnyj, quartier generale della Rivoluzione, Lenin dava l’ordine dell’insurrezione generale, di assaltare il Palazzo d’Inverno e arrestare il governo provvisorio, che si arrese senza opporre resistenza al popolo in rivolta, mentre dalla Nèva, il fiume che bagna Leningrado e sul cui delta sorge la città, l’equipaggio ammutinato dell’incrociatore “Aurora” faceva partire le

salve dei cannoni che annunciavano al proletariato russo e di tutto il mondo l’inizio della nuova era del Socialismo e del Comunismo. Il vecchio regime cadde come una mela marcia e la Rivoluzione non fece
vittime. Era cominciata una nuova era, che avrebbe cambiato il corso della storia umana e avviato la costruzione di un nuovo ordine sociale e di una nuova civiltà, dove a governare non sarebbero stati più i padroni sfruttatori ma l’intero popolo lavoratore del braccio e dell’intelletto. Il nuovo governo rivoluzionario dei Soviet si insediò sotto la guida di Lenin assumendo, tra l’altro, le prime due importanti decisioni: la nazionalizzazione di tutte le terre del paese con l’assegnazione in godimento gratuito ai contadini e la fine della guerra con la Germania. Però gli zaristi, i capitalisti e la Chiesa ortodossa non si
rassegnarono alla sconfitta e con l’intervento degli eserciti stranieri e imperialisti degli Stati Uniti, della Francia, dell’Inghilterra e del Giappone, che sbarcarono sul suolo della Russia sovietica, cercarono di soffocare nel sangue la Rivoluzione, ma il popolo russo, guidato da Lenin, da Stalin e dalla oramai già gloriosa Armata Rossa, orgoglioso e agguerrito li ricacciò in mare da dove erano venuti e dopo che avevano ferocemente massacrato uomini, donne e bambini e distrutto ogni cosa durante i due anni di guerra civile. In quelle condizioni l’opera di ricostruzione del paese e di costruzione del socialismo fu molto dura e la morte di Lenin il 21 gennaio 1924 fu una gravissima ed incolmabile perdita. Toccò a Stalin dirigere il Partito, continuare la costruzione della società socialista, principalmente con l’attuazione dei piani di sviluppo quinquennali, combattere i nemici interni e prepararsi a fronteggiare nuovi attacchi esterni. Egli ci riuscì seguendo gli insegnamenti di Lenin, continuando la lotta di classe, applicando la dittatura del proletariato e la democrazia socialista e, fondamentalmente, disponendo della grande opera svolta dal Partito, basato, appunto, sul centralismo democratico. Dopo la prima aggressione imperialistica del 1918 alla giovane Rivoluzione seguì quella ancor più sanguinosa e distruttiva della seconda guerra mondiale contro la Patria gloriosa del socialismo realizzato, ma l’eroico popolo sovietico, forgiato dal pensiero e l’opera imperituri di Lenin e Stalin e guidato da quest’Ultimo, con abnegazione e passione socialista e rivoluzionaria senza pari nella storia precedente del genere umano seppe soffrire, resistere, reagire e vincere ancora una volta contro il nazifascismo immolando circa 20 milioni di Eroi, figli della Patria dei Soviet. L’Artefice primo della vittoria fu senza dubbio il compagno Stalin, riconosciuto come tale da tutti i popoli della Terra. La Rivoluzione aveva ancora vinto e riprendeva il cammino verso la meta superiore della società comunista, quando subentrò la morte del Grande Capo della Rivoluzione, della costruzione del Socialismo e della sconfitta del nazifascismo in Europa: il compagno Giuseppe Stalin, ovvero Josif Vissarionovic Giugascvili, moriva il 5 marzo 1953 a Mosca nel Suo modestissimo appartamento, che io ho visitato, all’interno del Cremlino, dopo un’esistenza dura di sacrifici e di persecuzioni, deportazioni e privazioni prima del Grande Ottobre e sopportati con fierezza in nome del trionfo della Rivoluzione e del Socialismo. Quest’Uomo eccezionale fu amato e pianto dall’intero proletariato mondiale e la Sua opera vivrà in eterno e sarà di esempio per la vittoria, questa volta definitiva, delle prossime Rivoluzioni Socialiste nel mondo. Il tradimento dei revisionisti di ieri e di oggi della dottrina e della strategia di natura unicamente rivoluzionaria del marxismo-leninismo – quale unica via percorribile per sconfiggere storicamente i nemici di classe e la società capitalistica -, i trotskisti, i kruscioviani, i gorbacioviani e tutti i loro simili annidati nel movimento operaio e comunista dei singoli paesi e nel mondo intero, la vergogna storica del ventesimo congresso del PCUS del 1956 - dove i traditori del Socialismo calunniando e buttando fango borghese sulla componente bolscevica disgraziatamente non più maggioritaria del Partito e su Stalin, cioè su Coloro che avevano sancito la vittoria della Rivoluzione d’Ottobre, sconfitto il nazifascismo e costruito il socialismo, sancirono la fine della costruzione del socialismo e il ritorno progressivo al capitalismo – e i falsi comunisti, i falsi marxisti-leninisti e la sinistra storica oramai borghese e capitalistica esistenti attualmente in Italia e sul Pianeta non riusciranno a sconfiggere nuovamente le rivoluzioni proletarie di questo e dei successivi secoli e sino alla vittoria definitiva del Socialismo e del Comunismo sulla Terra con la scomparsa delle classi sociali.
Il socialismo realizzato nel secolo scorso non è fallito, come qualcuno, pur sapendo di mentire, vorrebbe strumentalmente e opportunisticamente far credere, ma purtroppo è stato solo momentaneamente sconfitto all’interno della continuità della lotta di classe nel periodo di costruzione della società socialista e non sono stati fattori di scarso sviluppo economico e sociale della costruenda società socialista, perché sino alla fine degli anni ’50 l’Unione Sovietica era in netto vantaggio sui paesi capitalistici, compreso gli Stati Uniti d’America, nel campo della produzione industriale e agraria, della sanità, della scuola, della ricostruzione post bellica, della ricerca scientifica, della conquista dello spazio, eccetera. Lo stato di sfruttamento capitalistico dei popoli, la società divisa in classi contrapposte e in lotta tra loro, le crisi periodiche specifiche del sistema capitalistico – dovute alla produzione sociale della ricchezza e alla sua appropriazione privata -, la povertà dei popoli, la tragedia quotidiana dei morti per mancanza di prevenzione e assistenza sanitaria nei tantissimi paesi più poveri e arretrati della Terra e la distruzione imperialistica delle risorse del Pianeta ci confermano che la
Rivoluzione Socialista è di estrema attualità ed è l’unica via con la quale l’Umanità intera può liberarsi dai mali che l’affliggono e la stanno conducendo alla morte certa.
Nel nostro paese la situazione non è diversa per la classe lavoratrice operaia e intellettiva e per le più larghe masse popolari. Nel secolo scorso il proletariato italiano con la lotta antifascista, la Resistenza, la Guerra di Liberazione e la speranza che la lotta fosse continuata sino alla conquista del socialismo pensava di poter conquistare il potere politico e avviare la costruzione della nuova società. Invece è stato gabbato dai dirigenti
falsi comunisti dell’ex P.C.I. - diventati tutti, per opportunità, interessi e privilegi propri, amministratori, governatori e sostenitori accaniti dello Stato e del sistema sociale capitalistico superando persino gli ex democristiani in tema di occupazione del potere, di sporco clientelismo politico, elettoralistico e affaristico – e della Cgil, diventata - con la sciagurata politica del compromesso e della concertazione con gli sfruttatori e il loro Stato padronale - il sindacato di classe del capitalismo italiano e delle multinazionali che si arricchiscono nel nostro paese succhiando il sangue ai nostri lavoratori. Quel tradimento della lotta di classe e della prospettiva del socialismo oggi continua coi gruppi dirigenti di Rifondazione, dei Comunisti Italiani e di altri gruppi, ma sciaguratamente sino a questo momento i lavoratori italiani nella loro stragrande maggioranza non hanno ancora recepito la lezione dei tradimenti e degli inganni e continuano a seguirli e sostenerli sul terreno elettoralistico e istituzionale borghese partecipando persino alla manifestazione del 20 ottobre scorso che in realtà è stata a sostegno del governo padronale Prodi e ha legittimato la partecipazione dei falsi partiti comunisti al governo della borghesia. Negli ultimi sessant’anni abbiamo conosciuto governi borghesi di varia composizione, di centro, di centrodestra e di centrosinistra, ma tutti servitori fedeli degli interessi capitalistici, compreso i vari Cossutta, Bertinotti, Diliberto e altri, che hanno ampiamente dimostrato di saper occupare le poltrone istituzionali del potere borghese e di saper approfittare e godere dei privilegi che ne derivano. Anzi oggi tra centrosinistra e centrodestra c’è finanche la corsa a chi demolisce prima la Costituzione democratica e borghese del 1948 per meglio rispondere ai nuovi e più consistenti interessi del capitale a discapito di quelli popolari e lo fanno attraverso l’ulteriore accentramento del potere, la riduzione degli elettori a semplici deleganti, la legge elettorale maggioritaria, gli sbarramenti percentuali per escludere dal Parlamento e dalle assemblee elettive territoriali le minoranze ideali e politiche, il presidenzialismo, l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, del Consiglio dei Ministri, delle Regioni e delle Province, dei Sindaci e la riforma del Parlamento per approvare più facilmente leggi antipopolari a favore dei potenti detentori del potere economico e politico.
Basta vedere come il centrosinistra, con Prodi capo del governo nel 1997, approvò la famosa legge detta Bassanini, diessino, con la quale in Italia è dilagato il vergognoso sistema clientelare ed elettoralistico delle consulenze esterne, consistenti nella chiamata e investitura diretta e privata dei prescelti privilegiati legati ai partiti che hanno vinto le elezioni e che occupano ed esercitano con metodi dittatoriali e feudali il potere politico capitalistico, sistema ignobile e discriminatorio che ha sostituito i concorsi pubblici e ha sancito che chi non appartiene ai partiti e al potere vincenti non può sperare di occupare un posto pubblico né di ottenere un incarico professionale. Così si è creato un nuovo e scellerato sistema di controllo, di condizionamento e di utilizzo dell’elettorato per rivincere le elezioni e perpetrare monarchicamente l’occupazione e la gestione del potere in regime di autentica dittatura. A completare questa situazione di arbitrio e di tirannia degli occupanti il potere della borghesia sempre la “famosa” legge del sinistro Franco Bassanini ha attribuito poteri eccezionali ai sindaci e ai presidenti di province e regioni - tanto è che questi ultimi vengono chiamati “governatori” - svuotando, con un intollerabile atto d’imperio del parlamento borghese, le assemblee elettive di importanti funzioni deliberative e sopprimendo contestualmente l’organo di controllo, qual’era il Coreco, per consentire alle maggioranze amministrative di governare senza quel minimo controllo istituzionale. Con la Bassanini il popolo conta ancora di meno nelle scelte politiche che lo interessano nella vita quotidiana e possiamo dire che l’attuale sistema elettorale e di gestione del potere di fatto lo esclude da ogni possibilità di indirizzo e di controllo amministrativo e di governo. Bisogna introdurre la possibilità di revoca degli eletti in tutte le assemblee elettive territoriali e parlamentari quando questi nella loro funzione rappresentativa non rispettano la volontà, i bisogni e le aspettative dei cittadini elettori.
I governi Prodi e Berlusconi sono due facce della stessa terrificante medaglia capitalistica - anche se il primo è sostenuto pure dai falsi partiti comunisti della Rifondazione e dei Comunisti Italiani -, fanno a gara a chi allunga di più l’età pensionistica dei lavoratori e a chi diminuisce maggiormente le pensioni. Il gigantesco “debito pubblico” – che al momento potrebbe essere formato dai soli interessi-profitti accumulati e accumulandi mentre il capitale investito sarebbe già stato restituito da tempo - è diventato lo strumento, ogni anno e chissà per quanti decenni e generazioni ancora, per trasferire immense ricchezze dalle masse popolari alle banche e ai vari altri detentori di capitali nazionali e internazionali, è una vera sanguisuga che toglie alla classe povera per dare a quella ricca peggiorando sempre di più le condizioni di vita delle masse popolari. E’ diventato come il debito dei paesi sottosviluppati e poveri verso le banche mondiali, che a un certo punto, seppure con grande ritardo, qualche politico o istituzione borghese ha avvertito il dovere di chiederne l’azzeramento per non peggiorare ulteriormente le già disperate condizioni di fame, di malattie e di morte di
quei popoli. Da sempre il nostro Partito conduce una lotta senza frontiere contro lo sfruttamento brutale di quei popoli da parte delle banche imperialistiche mondiali. Il P.C.I.M-L. chiede con forza che in Italia il debito pubblico venga immediatamente azzerato per i prestiti superiori a un milione di euro, questo limite
viene indicato per salvaguardare i modesti prestiti individuali e della piccola imprenditoria industriale, agricola, artigianale, commerciale e dei servizi: sarebbe la prima misura di un governo socialista!
Gli stessi governi Prodi e Berlusconi hanno detto e deciso di non voler tassare le rendite parassitarie derivanti dai capitali investiti – mentre i salari e le pensioni di fame della povera gente vengono tassati alla fonte e senza possibilità di appello! – e mentre fanno finta di abbassare qualche tributo nazionale immediatamente per i lavoratori e pensionati aumentano indegnamente le tasse regionali, provinciali, comunali, della scuola e della sanità, le tariffe elettriche, telefoniche, dell’acqua, del gas, dei trasporti, della nettezza urbana e di vari altri servizi. Sempre il governo Prodi della falsa e ingannevole sinistra e con la complicità diretta dei falsi partiti comunisti di Rifondazione e Comunisti Italiani, con la legge finanziaria 2008 ha tagliato ai capitalisti l’imposta sul reddito delle società, l’Ires, di ben 5 punti passando dal 33 al 28% e l’imposta regionale sulle attività produttive, l’Irap, dello 0,25%, mentre volutamente e scandalosamente non ha diminuito le tasse, indecenti e causa di povertà e disperazione sociale, sui salari, sugli stipendi e sulle pensioni degli operai, degli impiegati, dei disoccupati, dei lavoratori delle campagne e dei pensionati, che letteralmente non riescono più a sopravvivere: vergognatevi! In più il governo dei potenti attraverso l’aumento degli alunni per classe, lo spostamento ad altre funzioni di parte degli insegnanti di inglese, la riduzione dell’orario scolastico e delle bocciature ha deciso di eliminare 33.000 docenti dalla scuola pubblica italiana in tre anni, altro che scuola aperta anche di pomeriggio e per togliere i ragazzi dalla strada a Napoli e nel Mezzogiorno in particolare! Sono scelte politiche ignobili che le masse popolari italiane devono sconfiggere con la lotta di classe generalizzata e con l’abbandono dei falsi partiti comunisti e dei sindacati borghesi confederali e di destra. La disoccupazione, specialmente giovanile – che nella società dello sfruttamento capitalistico non potrà mai essere eliminata, in quanto i padroni assumono solo se possono accumulare nuovi profitti e licenziano quando vogliono fregandosene delle esigenza di vita dei lavoratori -, non accenna a diminuire, in particolare nel sempre arretrato Mezzogiorno d’Italia. Le statistiche ufficiali di regime minimizzano e non tengono volutamente conto del fatto che tantissimi disoccupati ormai non si iscrivono più all’ufficio territoriale del lavoro perché non vengono mai chiamati e avviati al lavoro. Il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni continua a diminuire, dopo che l’euro degli affari imperialistici in Europa li ha di autorità e letteralmente quasi dimezzati, mentre le condizioni di vita delle masse popolari si aggravano costantemente.
I governi Prodi e Berlusconi sostengono allo stesso modo le guerre imperialistiche nel mondo per favorire i piani di sfruttamento del Pianeta da parte delle potenti multinazionali americane ed europee, mentre popoli interi, attualmente in Afghanistan, Iraq, Palestina, Libano e altrove, vengono massacrati e assassinati da eserciti di professionisti ben pagati col compito di sottomettere e uccidere col vile pretesto di combattere il terrorismo, ciò quando noi sappiamo che il più ignobile e feroce terrorismo è quello praticato dagli eserciti occupanti e schiavizzanti tanti popoli della Terra. Noi diciamo che i veri terroristi sono i governi degli Stati che per favorire gli interessi capitalistici nel mondo provocano e sostengono le guerre di aggressione, di occupazione e di sfruttamento imperialistico di popoli, paesi e continenti, guerre cruenti ed efferate che provocano solo distruzioni, sofferenze inenarrabili, malattie, morti e più feroce sfruttamento del lavoro proletario. Lo sterminio quotidiano dei lavoratori morti – circa 4 al giorno - o mutilati per infortuni sul lavoro non accenna a ridursi, perché i padroni, privi di coscienza umana, risparmiano con le norme di sicurezza per accrescere i loro loschi profitti e ciò può avvenire solo con la complicità e la corresponsabilità dei governi padronali, siano essi di destra o della falsa sinistra storica. E’ ripugnante che lo Stato capitalistico per difendere gli interessi degli sfruttatori non intervenga come dovrebbe e inganna le masse popolari con parole vuote sull’argomento e mancanza assoluta di azioni concrete, efficaci e risolutive del gravissimo problema sociale. Per i lor signori governanti la vita umana è meno importante dei profitti assassini! E che dire sulla precarietà del lavoro, in particolare giovanile, che provoca altri morti, umiliazione, disperazione sociale e insicurezza della vita, precarietà infame sancita con leggi disumane e assassine che portano il nome di fedeli servitori del profitto capitalistico, come quella cosiddetta Biagi e altre?
Dall’analisi reale della situazione sociale odierna ci rendiamo conto come per la classe lavoratrice e le masse popolari nulla sia cambiato rispetto al passato e non poteva essere diversamente, perché siamo rimasti all’interno della medesima società, dove il potere è esercitato dalla esigua classe padronale contro la quasi totalità del popolo e dove i governi che si susseguono svolgono il ruolo di governanti degli interessi dei detentori dei mezzi di produzione. Lo Stato, col suo apparato legislativo e repressivo, non è mai neutrale, ma è lo strumento di potere della classe che detiene la proprietà dei mezzi di produzione e, per tanto,
nella società capitalistica è lo strumento di arricchimento della classe padronale. Dalla società capitalistica e dai suoi mali secolari non si esce cambiando il governo, dello stesso sistema, né attraverso le elezioni, ma solo
mediante la Rivoluzione Socialista delle masse popolari, che seppellendo il vecchio sistema spalanca le porte alla società socialista di tutto il popolo, proprio come avvenne il 7 novembre 1917. Dunque la
Rivoluzione Socialista è più che mai attuale e utile, essa non è un’utopia, come vanno dicendo i nemici interessati della classe lavoratrice, perché la sua vittoria e la sua affermazione sono state scientificamente e storicamente dimostrate. Piuttosto le masse devono prendere coscienza che per conquistarsi il potere non servono le diverse forme di protesta populistica e qualunquistica - anzi queste storicamente sono sempre servite ai piani della reazione borghese per imporre dittature militari, tra cui il fascismo -, ma occorrono l’organizzazione di classe e rivoluzionaria. Per cambiare la società padronale e il mondo attuale negli ultimi 50 anni non sono serviti il movimentismo del ’68 e i successivi movimenti di lotta studentesca, il pacifismo – che non serve a sconfiggere la guerra, perché essa è originata dagli interessi capitalistici e può essere eliminata solo con l’eliminazione del capitalismo dalla faccia della Terra -, i no-global, i girotondi, i vu-day di Pelle Grillo e altre amenità del genere, perché queste forme borghesi di lotta nascono e si sviluppano regolarmente tutte all’interno del sistema capitalistico, il quale col potere, i soldi e le laute sistemazioni dei capi le assorbe, le neutralizza e le metabolizza. Lo vediamo come i capi rivoluzionaristi del ’68 si sono sistemati in Italia e in Europa nelle istituzioni borghesi e sono diventati strumenti di propaganda e di difesa del sistema capitalistico!
Inoltre, tante giuste battaglie sociali di rivendicazione dei diritti esistenziali negati dallo Stato padrone sono lodevoli, da promuovere e sostenere come fa quotidianamente il P.C.I.M-L., però bisogna sapere che si tratta
pur sempre di battaglie di retroguardia, nel senso che fin quando sopravviverà il barbaro regime capitalistico nessuna conquista è certa e definitiva.Tangentopoli non è servita ad eliminare la corruzione dalla gestione del potere pubblico a tutti i livelli della Repubblica, anzi essa è rifiorita ancor più possente e determinata di prima. La corruzione statale, la mafia, la ‘ndrangheta, la camorra e altre forme di arricchimento sono elementi costituiti dello stesso corrotto regime capitalistico – cioè fanno parte del medesimo sistema di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, anche se operano con mezzi diversi e vengono solo apparentemente combattuti dalle istituzioni del potere padronale - ed è questa la ragione per cui non vengono e non possono essere mai debellati, ma potranno scomparire unicamente con la scomparsa dell’infame sistema capitalistico. Un esempio attuale ci viene dagli affari e dalla corruzione che da anni domina il comparto della spazzatura in Campania! Chi sostiene che il potere giudiziario agisce in piena autonomia ed è in grado di sconfiggere le illegalità diffuse e profonde e di affermare la giustizia uguale per tutti e l’interesse generale in effetti mente a se stesso, per la semplice e ovvia ragione che, in buona o cattiva fede che sia, non tiene conto di una verità scientifica assoluta e cioè che il sistema giudiziario è semplicemente una sovrastruttura del dannato e assassino sistema economico capitalistico e in quanto tale ne è parte integrante. Chi vuole veramente cambiare la triste situazione sociale presente può fare una sola cosa, mettersi a disposizione per lavorare alla prospettiva della Rivoluzione Socialista, tutto il resto è inganno e perdita di tempo.
La Rivoluzione Socialista non si improvvisa, ma si prepara e si promuove quando ha la possibilità di essere vincente. Purtroppo la Rivoluzione Socialista non è una festa, come sostengono i falsi rivoluzionari, ma è il momento di lotta di classe più duro e impegnativo per conquistare il potere politico ed economico alla classe sfruttata. Per fare la Rivoluzione Socialista occorre far crescere un particolare tipo di partito con una organizzazione specifica, ovvero il Partito di classe e rivoluzionario marxista-leninista, che ha il compito di guidare la classe lavoratrice alla Rivoluzione e al Socialismo. Con orgoglio possiamo affermare che questo partito in Italia si chiama Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, che è nato e si è forgiato sulla teoria rivoluzionaria del marxismo-leninismo e che svolge la stessa funzione politica e storica del Partito Comunista bolscevico in Russia. Esso è un Partito diretto da quadri rivoluzionari di professione, è strutturato secondo i principi del centralismo democratico e fonda il suo essere sui principi comunisti dell’intransigenza morale, della coerenza e della fedeltà assoluta agli interessi delle masse lavoratrici e alla prospettiva della Rivoluzione Socialista. Sono questi gli elementi distintivi del nostro Partito che ci fanno meritare la stima e la fiducia di chi si avvicina a noi per costruire assieme il percorso della Rivoluzione Socialista. I lavoratori d’Italia devono prendere coscienza che per migliorare le difficili condizioni di vita loro e dei loro discendenti devono abbandonare l’attuale falsa sinistra italiana e i falsi partiti comunisti della Rifondazione, dei Comunisti Italiani e di qualche altra falsa organizzazione comunista e unirsi alla nostra battaglia politica per migliorare veramente le condizioni di vita oggi e per lavorare con convincimento, concretezza e passione alla preparazione della prossima Rivoluzione Socialista. Fondamentalmente occorre che il proletariato riesca a liberarsi dai condizionamenti propagandistici e organizzativi della società capitalistica -
come l’alternanza tra centrosinistra e centrodestra e ben sapendo che anche votando il cosiddetto “male minore” del centrosinistra in effetti si vota sempre per il male della sopravvivenza del dannato sistema
capitalistico, un voto che non serve per liberarci dalla schiavitù padronale, anzi chi vota per il “male minore” diventa persino complice e corresponsabile delle gravi conseguenze sociali che gli
deriveranno dal governo eletto, così com’è avvenuto coi governi di centrosinistra di Prodi e D’Alema!; come il partito democratico, sbocciato nei Palazzi del potere della borghesia e non nella società per dominare la scena politica italiana nei prossimi anni e per poter meglio governare e garantire la sopravvivenza di questo infame sistema economico e sociale di sfruttamento e di repressione delle masse popolari; come il cosiddetto socialismo democratico; come la nuova sinistra europea; come i sindacati borghesi e di regime; come il movimento di Peppe Grillo, le varie proteste movimentistiche e altro ancora che avviene dentro e al servizio della disumana società capitalistica, tant’è che nessuna di queste entità politiche e movimentistiche borghesi parla della Rivoluzione proletaria e della costruzione del Socialismo in Italia, anzi sono tutte dichiaratamente e ferocemente anticomuniste! – e costruisca, il proletariato, la sua nuova coscienza di classe e rivoluzionaria studiando e assimilando il pensiero e l’opera imperituri di Marx, Engels, Lenin e Stalin. Uno dei compiti del P.C.I.M-L. è proprio quello di facilitare l’avvicinamento dei lavoratori e dei giovani ai testi del marxismo-leninismo e a tale scopo nella imponente Biblioteca del Partito esistono e sono a disposizione i principali testi della dottrina comunista, del materialismo storico e dialettico e della storia del movimento comunista nazionale e internazionale e molti di questi volumi sono già presenti sul nostro Sito Internet
www.pciml.org .
Compagne e compagni, lavoratori tutti, stamattina noi siamo qui per ricordare che la Rivoluzione Socialista d’Ottobre non è un ricordo del passato destinato a scomparire dalla coscienza umana e non è
un affresco da museo, bensì che Essa appartiene alla storia superiore del genere umano ed è più che mai viva e attuale e che i suoi principi ispiratori e le sue successive realizzazioni ci guideranno nella prossima conquista rivoluzionaria del potere politico, nella costruzione, questa volta vincente e definitiva, della nuova società socialista e nell’edificazione di quella comunista; siamo qui per riaffermare la validità scientifica e storica dei principi del marxismo-leninismo e per dimostrare che siamo fermamente decisi a sconfiggere gli oppositori della prospettiva socialista interni ed esterni al movimento operaio e comunista del nostro paese; siamo ancora qui per dire con forza ai traditori di ieri e di oggi della causa socialista che presto essi saranno nuovamente e definitivamente spazzati dalla Rivoluzione Socialista nella fogna della storia della barbarie capitalistica; siamo sempre qui per sottolineare con decisione che l’alternativa alla società capitalistica si realizza unicamente con il sostegno e la difesa del Partito marxista-leninista della Rivoluzione Socialista, che in Italia è il P.C.I.M-L., con la lotta di classe politica e sindacale a partire da subito, con la vittoria della Rivoluzione Socialista, con la dittatura – potere – del proletariato e con la lotta di classe ferma e generalizzata nel periodo di costruzione del socialismo contro gli eventuali sopravvissuti nemici della Rivoluzione e del Socialismo; e, in ultimo, siamo qui per chiamare tutti i lavoratori italiani operai e intellettivi occupati e disoccupati pubblici e privati, i pensionati, le casalinghe e gli studenti, che sono tutti costretti a soffrire e disperarsi in questo sistema, alla militanza attivava nel P.C.I.M-L., alla mobilitazione e alla lotta politica contro il regime degli sfruttatori e i loro servi attuali. Facciamo sventolare alta e ovunque in Italia la bandiera del P.C.I.M-L., che è la bandiera della liberazione dalla schiavitù padronale e della vittoria del Socialismo nel nostro paese. Con la nostra lotta quotidiana meritiamoci, compagni e lavoratori, il consenso e la fiducia delle masse, perché solo così potremo far tremare il potere politico d’affari del capitalismo cacciandolo a calci nel sedere dalla guida politica del paese e innalzando la gloriosa bandiera rossa del Socialismo, coi suoi simboli del lavoro e della passata sofferenza umana, sui pennoni del Quirinale, del Parlamento e di Palazzo Chigi.

VIVA I NOSTRI GRANDI MAESTRI DEL PROLETARIATO INTERNAZIONALE
MARX, ENGELS, LENIN E STALIN!
VIVA LA GLORIOSA E IMPERITURA RIVOLUZIONE SOCIALISTA D’OTTOBRE!
VIVA LA PROSSIMA RIVOLUZIONE SOCIALISTA IN ITALIA!
VIVA LA VITTORIA DELLA PROSSIMA RIVOLUZIONE SOCIALISTA NEL NOSTRO PAESE!
VIVA LA CONQUISTA DEL SOCIALISMO IN TUTTO IL MONDO!
VIVA INIZIALMENTE LA POSSIBILITA’ DI COSTRUIRE IL SOCIALISMO IN UN SOLO PAESE!
VIVA LA CONQUISTA DEL POTERE POLITICO DA PARTE DELLA CLASSE LAVORATRICE!
VIVA IL PARTITO COMUNISTA ITALIANO MARXISTA-LENINISTA!
VIVA IL COMUNISMO!

Napoli, 11 novembre 2007.