sabato 17 novembre 2007

COI GIOVANI STUDENTI E OPERAI FRANCESI IN LOTTA PER IL LAVORO E LA DIGNITA’ DELLA VITA. MA OCCORRE LA PROSPETTIVA DEL SOCIALISMO!

Il governo capitalistico francese, come quelli di tutti gli altri paesi europei e della stessa imperialistica Comunità Europea, con una legge ha stabilito che nel primo biennio di lavoro i giovani possono essere licenziati dal padrone senza giusta causa legalizzando così precarietà e incertezza sociale per le nuove generazioni di lavoratori operai e intellettivi. In Italia la situazione della precarietà e dello sfruttamento disumano del lavoro giovanile è molto peggiore di quella francese, ma la complicità politica della sinistra capitalistica e sindacale e di quella falsamente comunista nelle università e nel sociale fanno da freno all’esplodere della rabbia e della protesta dei nostri giovani, che, purtroppo, non posseggono ancora una libertà di coscienza e una cognizione di classe e rivoluzionaria del problema.
Osservare che in questi giorni milioni di giovani studenti e operai francesi lottano duramente contro l’introduzione della precarietà del lavoro decisa dal governo, che imponenti manifestazioni – qui sostenute pure dalla sinistra e dai sindacati borghesi, forse perché attualmente sono all’opposizione del governo nazionale! – stanno paralizzando il paese, che i giovani non si fanno intimidire dagli attacchi della polizia al servizio del sistema e della legislazione capitalistica, che dopo decenni hanno rioccupato l’università la Sorbona di Parigi e tante altre della Francia, che gli studenti liceali si sono uniti alla lotta di quelli universitari creando un vasto fronte di protesta e che i giovani operai hanno fatto fronte comune cogli studenti, è motivo di orgoglio dell’intera umanità comunista e progressista ed è un’altra tappa importante sulla via dell’emancipazione di classe e rivoluzionaria della gioventù europea e mondiale.
A questo impetuoso movimento di lotta della gioventù francese studentesca e operaia va la totale solidarietà e sostegno politico e ideale di classe e rivoluzionario del P.C.I.M-L., col vivo auspicio che la rivolta possa finalmente estendersi a tutti i paesi del Continente per imporre ai governi padronali il diritto dei giovani al lavoro sicuro e permanente e ad una vita dignitosa e libera dalle preoccupazioni esistenziali di oggi e per proseguire sulla via maestra della liberazione dell’uomo dallo sfruttamento e dalla schiavizzazione del lavoro.
I commentatori borghesi della carta stampata e delle radio-televisioni, al servizio prezzolato del sistema dello sfruttamento e dei profitti capitalistici e multinazionali, esternano la loro preoccupazione collegando i moti giovanili presenti a quelli del ’68 e preludendo a sviluppi maggiori e incontrollabili della situazione. Le dure lotte giovanili del ’68 sono fallite clamorosamente – tutte le conquiste scolastiche e sociali di allora sono state progressivamente rimosse dai governi capitalistici di centro, di destra e della sinistra riformista e socialdemocratica – perché la sinistra opportunista, revisionista e antimarxista-leninista non la sostenne, anzi le contrastò ignobilmente, e perché esse non avevano una prospettiva rivoluzionaria di abbattimento dell’infame sistema capitalistico e di costruzione della nuova società socialista. Oggi il problema si ripropone come allora: o i giovani prendono coscienza che la loro vittoria dipende esclusivamente dalla natura rivoluzionaria marxista-leninista della loro lotta oppure qualunque conquista potrà essere nuovamente annullata permanendo il potere politico della classe padronale.
I giovani del movimento del ’68, purtroppo come quelli che giustamente protestano in questi giorni, privi di una coscienza e di una militanza di classe e rivoluzionaria, cioè marxista-leninista, di un coerente partito comunista rivoluzionario che li sostenesse, con l’esistenza di talune componenti persino condizionate dal revisionismo maoista, e ancora deviati e limitati da teorici piccolo-borghesi, movimentisti, operaisti, anarchici e opportunisti, si illudevano che i loro problemi esistenziali potessero essere risolti all’interno del sistema di sfruttamento e di emarginazione capitalistico. Un limite di pensiero e una carenza di formazione rivoluzionaria che condiziona e blocca sulla via della rivoluzione socialista pure il movimento odierno. Se i giovani studenti e operai non colmeranno questo loro pauroso vuoto ideologico non potranno liberarsi dalle catene della disoccupazione e dello sfruttamento padronale imposte attraverso le leggi e la repressione poliziesca del potere politico dello Stato capitalistico, potere alternativamente guidato dai partiti e dalle coalizioni di centrodestra e centrosinistra borghesi e finanche dai falsi partiti comunisti.
Giovani in lotta, è ora di cominciare a guardare lontano, di capire che solo la costruzione della società socialista può rispondere alle esigenze di vita nostra e delle future generazioni, ma per realizzare questo risultato storico c’è bisogno di far crescere in ogni paese, e costituirlo dove ancora manca, il Partito Comunista rivoluzionario marxista-leninista che assuma il coordinamento e la guida della lotta di classe delle masse convogliandola verso la rivoluzione socialista e la conquista del potere politico da parte della classe lavoratrice del braccio e dell’intelletto. In Italia questa organizzazione di classe e rivoluzionaria già esistente ed è il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, erede del PCd’I, della gloriosa Rivoluzione d’Ottobre, del bolscevismo, del socialismo realizzato nel ventesimo secolo nell’Unione Sovietica prima del XX congresso del PCUS e del pensiero e l’opera di Marx, Engels, Lenin e Stalin.
E’ solo nell’ambito della costruzione della prospettiva socialista che la lotta dei giovani e dell’intera classe lavoratrice per migliorare sin da subito le loro condizioni di vita quotidiana e per la difesa nel tempo delle conquiste realizzate può avere successo. Il fallimento politico del ’68 e il secolare perdurare del dominio padronale sulla classe lavoratrice e sulle intere masse popolari del Pianeta dovrebbero insegnare ai giovani che senza Partito Rivoluzionario marxista-leninista, senza Rivoluzione socialista e senza il Socialismo prima e il Comunismo dopo l’umanità non ha la possibilità di riscattarsi e di liberarsi dall’odierno, infame sistema capitalistico di sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Forza giovani francesi e dell’Europa intera, imboccate la strada della lotta di classe, della rivoluzione proletaria e del socialismo e sarete vittoriosi per voi oggi e per l’avvenire dell’umanità!

NELLA SOCIETA’ CAPITALISTICA SOLO LA LOTTA RENDE!

Dopo mesi di durissima lotta e di violenti scontri col governo e lo Stato capitalistici francesi la classe operaia e gli studenti sono riusciti a costringere il potere politico e padronale a ritirare quella sciagurata legge secondo la quale nel primo biennio di lavoro i giovani potevano essere licenziati senza giusta causa, cioè a discrezione dei padroni sanguisughe. E’ stata una vittoria di classe e popolare, nel senso che alla natura di classe della lotta dei lavoratori s’è unita quella determinante delle varie componenti ed estrazioni sociali dei giovani studenti, che allo stato non posseggono ancora una coscienza di classe. E’ stata una lotta per un determinato problema, vinta la quale ognuno è ritornato alla propria posizione di movimentista, no-global, opportunista, piccolo-borghese, revisionista, estremista, anarchico, maoista o guevarista, ossia revisionista o rivoluzionarista, eccetera. Solo nella classe operaia è rimasta l’impronta della coscienza di classe che, però, non assume ancora valenza rivoluzionaria, perché non alimentata, organizzata e guidata da un partito di classe e rivoluzionario, o meglio marxista-leninista.
Si tratta di una lotta ch’è nata e morta senza prospettiva di demolizione dell’ordinamento capitalistico che quella legge infame aveva partorito e che non mancherà di riproporne altre dello stesso tenore repressivo verso i diritti e i bisogni del popolo francese. Sono lotte, movimenti e conquiste che non partendo dalla messa in discussione dell’ordine e del potere capitalistico, all’interno della prospettiva della rivoluzione proletaria e della costruzione della società socialista, finiscono miseramente nel processo di metabolizzazione del sistema di sfruttamento, di negazione e di repressione padronale, così come sono squallidamente scomparsi i movimenti e le conquiste del ’68, dei no-global e di altre esplosioni giovanili e popolari prive della dottrina e dell’obiettivo di costruzione del socialismo. Conseguentemente i comunisti devono sostenere queste fiammate di lotta popolare svolgendo al loro interno un’opera di educazione e di formazione rivoluzionaria marxista-leninista, ma non devono esaltarle, perché esse non hanno come fine il socialismo.
Il nostro compito primario è quello di conquistare al Partito della Rivoluzione Socialista – in Italia al glorioso P.C.I.M-L. e nei paesi dove ancora non esiste un Partito coerentemente marxista-leninista bisogna lavorare per fondarlo, secondo i principi, la strategia e la tattica del marxismo-leninismo - nuovi quadri rivoluzionari, la militanza della classe operaia e degli intellettuali d’avanguardia e il più ampio consenso e sostegno al programma del Partito da parte delle vaste masse popolari con l’obiettivo della Rivoluzione Socialista, che ci auguriamo vicina. Insomma, prima il Partito con il suo compito storico di distruggere il capitalismo per costruire il Socialismo e poi tutto il resto!
Maggio 2006