lunedì 1 gennaio 2007

ULTIM'ORA (ANALISI E DISPOSIZIONI POLITICHE DEL GIORNO DEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO MARXISTA-LENINISTA)



IL PCI-ML SI PREPARA A FESTEGGIARE IL 77° COMPLEANNO DEL SUO

FONDATORE E SEGRETARIO GENERALE COMPAGNO DOMENICO SAVIO

      Come sempre avviene da anni la cerimonia semplice - ma pregna di significato beneaugurante per molti e molti anni ancora, affettivo, fraterno, ideologico marxista-leninista, di classe e rivoluzionario per la prospettiva della rivoluzione proletaria, del socialismo e del comunismo – si svolgerà giovedì 16 febbraio 2017 alle ore 18,00 nella sede nazionale del Partito a Forio, nell’isola d’Ischia, all’ombra dello sventolio dell’eroica bandiera rossa, che porta impressi i simboli gloriosi della Falce, del Martello e della Stella, emblemi inconfondibili della lotta di classe del proletariato di tutti i paesi della Terra per riscattarsi dal millenario sfruttamento e schiavitù padronale e costruire la propria nuova società comunista degli uomini e delle donne tutti liberi, uguali socialmente e protagonisti della loro esistenza, da vivere, finalmente, con dignità, senza affanni e privazioni.

      Chi definisce questa nostra naturale ambizione “utopia” rispondiamo senza ombra di dubbio che con la Rivoluzione Proletaria Socialista  d’Ottobre del 1917 – di cui quest’anno ricorre il 100° anniversario e che il PCI m-l festeggerà anche in proprio, assieme allo svolgimento del suo 4° Congresso nazionale all’inizio del mese di novembre prossimo –, diretta dai compagni Lenin e Stalin, i coerenti marxisti-leninisti e rivoluzionari, guidati dai principi del marxismo-leninismo e dal pensiero e l’opera immortali dei Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin e Stalin, hanno già storicamente dimostrato che con l’organizzazione e la Rivoluzione socialista proletaria la classe lavoratrice operaia e intellettiva, emancipata nella difesa dei propri interessi di classe e forgiata dai principi del marxismo-leninismo, può conquistare il potere, anche in questo momento, costruire il socialismo ed edificare la società comunista.

      Il compagno Domenico Savio, fondatore e guida autorevole e sicura del Partito Comunista Italiano m-l, nacque il 16 febbraio 1940 nel quartiere proletario di Monterone a Forio, provincia di Napoli. A 12 anni abbandonò la religione cattolica, alla quale nell’incoscienza infantile era stato avvicinato dalla tradizione oscurantista della società capitalistica e clericale, e fece proprie le ragioni scientifiche e materialistiche dell’ateismo. Dal 1953 al 1958 militò, prima come semplice iscritto e poi come dirigente, nella Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI) svolgendo lavoro di proselitismo giovanile nell’isola d’Ischia e nei quartieri proletari della città di Napoli. Dal 1958 al 1976 fu iscritto al Partito Comunista Italiano (PCI), dove fu militante attivo, componente del comitato federale di Napoli, più volte candidato alle elezioni comunali -  due volte eletto nel 1971 e 1980 a Forio - e provinciali.

      Dal 1971 al 1980 svolse anche intensa attività sindacale, come militante e dirigente, nella “Federazione italiana lavoratori commercio alberghi mensa e servizi” (F.I.L.C.A.M.S.), aderente alla “Confederazione generale italiana del lavoro” (CGIL), nel settore alberghiero, in modo particolare nelle catene alberghiere di Rizzoli a Lacco Ameno e della Jolly Hotel di Marzotto, organizzando assemblee di protesta e scioperi imponenti, sino al 95% di adesione dei lavoratori, per il miglioramento salariale e delle condizioni di lavoro degli stessi. Il 6 febbraio 1980 per la sua attività di dirigente sindacale aziendale e di componente del coordinamento sindacale degli alberghi Jolly Hotel in Italia fu licenziato dal Jolly Hotel di Ischia, assieme a tutta la rappresentanza sindacale aziendale, dove dal 1967 svolgeva il lavoro di segretario.

       Massiccia fu la solidarietà dei lavoratori alla repressione antisindacale dell’azienda, ma, purtroppo, non bastò per il reintegro nel posto di lavoro dei licenziati, perché questi furono licenziati da padrone e abbandonati dal sindacato, oramai sulla strada scellerata della concertazione e del compromesso col potere economico e politico, dove la difesa di classe degli sfruttati è stata tradita e rinnegata.

      Nel 1976 con ritardo, sostiene autocriticamente Domenico Savio, abbandonò il PCI, allora guidato dal revisionista e opportunista, traditore e rinnegatore della causa comunista Enrico Berlingue, così come in misura progressiva lo erano stato i suoi predecessori, a partire da Palmiro Togliatti, e lo furono i suoi successori, sempre più accanitamente e odiosamente anticomunisti, sino alla deriva di centrodestra dei giorni nostri, partito che oramai sin d’allora era irrimediabilmente avviato sulla strada della trasformazione borghese, clericale, capitalistica e anticomunista.

      Sin dall’iscrizione al PCI e successivamente con altri compagni condusse una dura battaglia contro l’imborghesimento sempre più massiccio del partito, con l’entrata nelle sue fila di forze intellettuali, professionali e imprenditoriali di formazione culturale e politica borghese, che con spregiudicatezza si impadronivano della guida del partito a tutti i livelli dell’organizzazione mettendo in minoranza e allontanando la classe operaia. Una vergogna che solo la cultura borghese e clericale poteva ispirare e affermare. Dal 1976 al 1998 lavorò, con varie iniziative nazionali, all’unità dei marxisti-leninisti italiani, ma senza risultato, a causa di una certa confusione ideologica, strategica e tattica esistente nella lotta per il socialismo, confusione che in larga parte e sciaguratamente ancora esiste. In quel periodo, conseguita l’iscrizione all’ordine nazionale dei giornalisti per poter pubblicare la stampa marxista-leninista e rivoluzionaria e dopo aver collaborato anche con l’Unità all’inizio degli anni ’70, fondò, a partire dal 1984, il mensile “L’Uguaglianza economica e sociale” a diffusione nazionale e il periodico “Comunismo”, a partire dal 1995.

      Il 3 dicembre 1999, fallito quel primo tentativo ventennale di unire i marxisti-leninisti italiani in un unico partito di classe e rivoluzionario sulla base dei principi del marxismo-leninismo e dell’esperienza bolscevica, fondò, assieme ad altri compagni di provata fede marxista-leninista e di formazione bolscevica, il glorioso e amato Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista (PCI-ML), che lo ha eletto ininterrottamente come suo Segretario generale e guida indiscussa sulla strada che conduce inevitabilmente alla Rivoluzione Proletaria Socialista, alla costruzione del socialismo e all’edificazione del comunismo nel nostro paese.

      Nel 2013 Domenico Savio viene rieletto consigliere comunale di Forio sotto i simboli  rivoluzionari del PCI m-l portando la lotta di classe nelle istituzioni borghesi del comune e battendosi pure da quella posizione per l’emancipazione di classe del proletariato, per il miglioramento delle condizioni di vita individuale, familiare e sociale della classe lavoratrice operaia e intellettiva e per avvicinare la prospettiva della rivoluzione proletaria e del socialismo. Epiche sono le sue battaglie consiliari contro gli affari pubblici della classe borghese che danneggiano gli interessi delle masse lavoratrici e popolari.

      Oggi doverosamente ricordiamo, con orgoglio e riconoscenza affettiva e di classe, i suoi 77 anni di fede comunista, di impegno di lotta proletaria - anche dura e fatta di vittorie e di sconfitte amare lungo l’arduo cammino per il socialismo e per liberare l’umanità lavoratrice dalle catene dello sfruttamento e della repressione padronale -, di sacrifici di vita per adempiere alla propria doverosa missione di combattente per l’emancipazione sociale della propria classe proletaria del braccio e dell’intelletto, di abnegazione totale verso la causa suprema di umanizzazione e redenzione della società umana. 77 anni in cui ha dovuto subire minacce di ogni genere, offese, calunnie, ricatti rispediti prontamente e puntualmente al mittente, minacce vili e indegne del genere umano persino nei confronti del suo nipotino Domenico di 4 anni, col messaggio funesto scritto “lo sgozzeremo, sappiamo la scuola che frequenta”, e ancora minacce di morte e di annientamento della propria vita con l’affissione di manifesti di lutto che lo annunciavano morto.

      La dannata razza padrona e il suo potere politico ed economico quando vedono in pericolo i loro loschi affari di sfruttamento e di riduzione in schiavitù dei lavoratori sono capaci di tutto, della barbarie più efferata, e tale scellerata evenienza deve essere tenuta sempre presente e considerata possibile dal proletariato in lotta allo scopo di poterla prevenire e neutralizzare con la necessaria forza e risposta rivoluzionaria, che ci derivano dall’essere allievi e seguaci dei nostri Maestri Marx, Engels, Lenin e Stalin.

      Per tale entusiasta avvenimento il Comitato Centrale del Partito Comunista Italiano m-l, a nome di tutto il Partito e dei singoli iscritti e simpatizzanti, tributa al suo Segretario generale compagno Domenico Savio il massimo riconoscimento possibile per l’attività svolta al servizio della causa comunista a livello nazionale e pure internazionale, per la sua partecipazione nel tempo a vari incontri politici all’estero, ed auspica vivamente di poterlo avere come guida e maestro per un tempo ancora lunghissimo. Auguri fraterni e comunisti di buon compleanno compagno Domenico auspicando, nel contempo, con sincerità e affetto, nell’interesse del Partito e dell’obiettivo storico che dobbiamo raggiungere e per cui combattiamo, che tu possa vivere e godere ancora tantissimi di questi giorni.

      Alle ore 18,00 del 16 febbraio prossimo tutti i compagni e i lavoratori del braccio e della mente che lo desiderano possono partecipare all’incontro per formulare gli auguri di buon compleanno al compagno Domenico Savio, nostro Segretario generale.

Forio (Napoli), 6 febbraio 2017.

                                                                                                     Il Comitato Centrale del P.C.I. m-l


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LA DITTATURA POLITICA E AMMINISTRATIVA DI DEL DEO STA AMMAZZANDO FORIO PIU’ CHE IN PASSATO! IL PAESE RIVENDICA UNA SVOLTA RIVOLUZIONARIA!

di Domenico Savio*



      Quel “più che in passato” posto nel titolo sta a significare che da circa 70 anni Forio è stata politicamente, amministrativamente e progressivamente ammazzata - nella sua vocazione patriottica, antifascista e repubblicana, di democrazia, di sincera dialettica tra tutte le forze politiche e sociali, di laboriosità e di concorso per l’emancipazione sociale del paese, di soccorso e sostegno alla classe lavoratrice operaia e intellettiva socialmente più debole, di tolleranza, confronto democratico e condanna severa della politica assolutista e vendicativa – dalle diverse amministrazioni di natura borghese, clericale e capitalistica di destra, centriste, delle ammucchiate cosiddette di salute pubblica e ultimamente di centrosinistra e centrodestra, che hanno occupato il palazzo del municipio e dominato il paese col pugno forte del dominatore di turno.

      Ma un detto popolare dice che “al peggio non c’è mai fine” ed ecco che sciagura volesse per il popolo di Forio che alle passate infamie amministrative succedesse Francesco Del Deo, con la sua corte che in consiglio comunale e nel paese regna con la peggiore politica dell’autoritarismo, dell’assolutismo, del volgare clientelismo politico, partitico ed elettorale e della mancanza assoluta di trasparenza nell’elaborazione delle proposte amministrative di giunta e consiliari. La conseguenza di questo modo autoritario e chiuso di gestire le finanze del comune, cioè i soldi della collettività, i beni comunali o disponibili – come il porto, la Colombaia, il demanio marittimo, il suolo pubblico, i lavori pubblici, la nettezza urbana, eccetera – e la manutenzione del territorio sono sotto gli occhi di tutti i Foriani e di quanti ci onorano di visitarci e godere delle nostre bellezze ambientali sopravvissute, delle spiagge e delle sorgenti minerali. Un paese letteralmente morto senza possibilità di rinascita se nel 2018 Del Deo dovesse sopravvivere a se stesso come sindaco.

      Un esempio per tutti lo troviamo nella gestione deldeiana del potere, che definire democristiana della peggiore epoca è totalmente riduttivo, come l’accaparramento nella commissione elettorale - in nome della maggioranza autoritaria, tre contro uno, che schiaccia l’opposizione - persino della scelta dei 17 scrutatori che vengono proposti dall’opposizione col sistema democratico e ugualitario del sorteggio proposto dal sottoscritto. I signori della maggioranza consiliare e amministrativa di Francesco Del Deo avvalendosi della clientelare normativa nazionale vengono in commissione già con la lista dei nomi da mandare nei seggi elettorali, senza alcun criterio di selezione democratica e paritaria.

      La rappresentanza strategica del potere autoritario dell’amministrazione in carica è formata da Mario Savio, onnipresente in municipio dall’apertura alla chiusura degli uffici, che tutto osserva e controlla presidiando quella che dovrebbe essere la casa trasparente del popolo, dal presidente del consiglio comunale Michele Regine e dal sindaco Francesco Del Deo, questi ultimi due in consiglio comunale siedono uno accanto all’altro e si compiacciono del loro ruolo e potere autoritario sorridendo spesso alle accuse e alle proposte formulate dall’opposizione. Finanche nella maggioranza chi osa distaccarsi dalle decisioni prese è oggetto di durissimi attacchi. Francesco Del Deo e Michele Regine hanno autoritariamente imposto al consiglio comunale il triste primato di aver, dopo decenni di consuetudine e che è sopravvissuta a tutte le passate amministrazioni, quasi totalmente eliminato il confronto preliminare alla trattazione dell’ordine del giorno di argomenti sociali importanti proposti dall’opposizione e dagli stessi consiglieri della maggioranza.

      In consiglio comunale è compresso al massimo il ruolo politico dell’opposizione, specialmente del gruppo consiliare del PCI m-l, mediante le minacce di allontanamento dall’assemblea elettiva e di togliere la parola, la richiesta continua di terminare l’intervento, la sospensione arbitraria della seduta, che cozza coi principi morali, costituzionali e col regolamento delle sedute. Insomma, nessuno spazio e nessun dialogo con l’opposizione sulle scelte amministrative, la maggioranza viene in consiglio con le decisioni già prese senza la possibilità di migliorarle. Gli argomenti richiesti e l’ordine del giorno proposto a norma di legge dall’opposizione non vengono mai discussi e sistematicamente  collocati in coda a numerosi altri punti inclusi dalla maggioranza e quando di raro si giunge alla trattazione degli argomenti proposti dalla minoranza la maggioranza, col sindaco in testa, si alza e se ne va, alla faccia delle attese del paese. Il presidente del consiglio Michele Regine non concede l’uguale tempo di intervento a tutti i consiglieri che chiedono la parola, a chi di più e a chi di meno secondo la sua valutazione politica e personale. Allo stesso modo a taluni consente di uscire fuori dall’argomento in discussione e di parlare anche di altri problemi e al PCI m-l no, com’è accaduto nell’ultima seduta del consiglio. E’ solo la politica dell’arroganza, dell’intolleranza, dell’autoritarismo, della dittatura e della legge del più forte numericamente, ma totalmente priva dei valori di democrazia, di dialogo e di apprezzamento della diversità di pensiero e di governo della società. Non sono mancate le espressioni “attento a come parli” rivolte al sottoscritto, rappresentante eletto del PCI m-l dalla classe lavoratrice operaia e intellettiva di Forio, l’unica classe sociale elevabile al rango di moralità, di uguaglianza, di giustizia e di speranza per costruire un futuro nuova a Forio, in Italia e in tutti i paesi della Terra.

      Mai come oggi nella storia politica e sociale di Forio si è creato un clima politico pesante e preoccupante, fatto di timori, di preoccupazioni, di assilli, di condizionamenti indotti, di paura per l’incertezza del futuro, di inquietudine esistenziale e quotidiana, di silenzi che nascondono paure e rinunce all’impegno politico e civico di tante persone, che potrebbero contribuire alla rinascita politica, economica e sociale del paese. Questo avviene dove la democrazia e la leale dialettica tra maggioranza e opposizione, a partire dal confronto in consiglio comunale, sono violentate dall’arroganza e dalla prepotenza amministrativa. Le minacce di querela vere o presunte che periodicamente risuonano all’interno della conduzione autoritaria dei lavori del consiglio comunale e i dossier dei veleni che sono circolati negli ultimi anni preoccupano e più di ogni altra cosa descrivono il pesante clima politico e sociale che quotidianamente il popolo di Forio è costretto a respirare. 

      Un altro detto popolare, riferito a tutti i popoli della Terra, dice che “la speranza del cambiamento e del miglioramento della vita è l’ultima a morire”, però, aggiungiamo noi comunisti, se essa non è affidata ai mali secolari del disimpegno, dell’egoismo, dell’individualismo, dell’opportunismo, dell’egocentrismo e del carrierismo in politica e negli affari, ma fondata sulla sfida alle minacce palesi o sottintese che siano, ai condizionamenti, alle ritorsioni e alla vile paura, bensì ancorata, la speranza del cambiamento sociale, al coraggio patriottico per la rinascita della propria terra, all’impegno di classe proletario e al convincimento che l’oscurantismo culturale, politico e sociale di ieri e di oggi possono essere sconfitti e scaraventati nella fogna putrescente della storia.

      Guai se nel 2018 Francesco Del Deo e la sua amministrazione dovessero elettoralmente sopravvivere al governo del paese e neppure nulla cambierebbe se ad essi subentrasse nuovamente qualche sindaco o ammucchiata elettorale del passato od anche se al municipio si insediasse ancora un esponente della cultura borghese o delle potenti lobby economiche che dominano lo sfruttamento del lavoro e la ricchezza sociale prodotta dalla classe lavoratrice. La vera e unica alternativa sta solo nella vittoria di una amministrazione popolare di tutti gli sfruttati e schiavizzati di oggi, guidata dall’unico partito del proletariato foriano, il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista. Questo è il nostro impegno per le elezioni amministrative del 2018, un impegno di svolta rivoluzionaria, degna del sostegno morale e materiale di tutte le forze sane della migliore tradizione culturale, professionale e sociale del popolo di Forio.

Forio, 3 febbraio 2017

* Segretario generale e Consigliere comunale di Forio (NA) del PCI m-l